Il settore vivaistico nazionale continua a dare segnali di ripresa, forse ancora troppo deboli affinché le imprese possano recuperare quanto perduto in questi lunghi anni di crisi. Ecco perché si moltiplicano le iniziative legislative, come quella che prevede la defiscalizzazione del verde privato, che in molti vedono come chiave per il rilancio.
Secondo gli esperti è ancora troppo poco, soprattutto rispetto ai livelli
precedenti alla crisi, ma comunque la situazione è più incoraggiante rispetto al passato; è dunque il momento di fare un ulteriore cambio di marcia, portando magari a compimento almeno uno dei 4 disegni di legge presentati in Parlamento per portare incentivi a chi realizza o ristruttura giardini privati, e che potrebbero offrire un assist importante anche a promuovere la cultura del verde nel nostro Paese.
A riprova della “svolta green” che sta vivendo il nostro Paese, proprio di recente il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina ha aperto alla
possibilità di introdurre al più presto la defiscalizzazione del verde
privato per sostenere il settore, facendo seguito all’annunciato
annullamento dell’IRPEF sui terreni agricoli, di interesse più generale per il settore primario. Questo secondo intervento invece sarebbe destinato specificamente alla filiera del florovivaismo, ovvero a tutto l’insieme di soggetti che, oltre al vivaismo, si occupano di verde pubblico e privato, comprendendo dunque anche i professionisti che progettano il verde, le aziende di impiantisti che realizzano opere a verde e quelle dei manutentori che li curano nel tempo.
Su questa direzione si sono mosse tutte le associazioni del settore
florovivaistico italiano, che stanno chiedendo con forza al Governo
di defiscalizzare il verde privato per rilanciare il settore e far emergere l’economia sommersa, tentando di anticipare i tempi e di inserire questo provvedimento già nella prossima legge di bilancio. Secondo i promotori, questo intervento potrebbe rappresentare una boccata di ossigeno per un settore colpito dalla crisi dell’edilizia, che abbatte anche le commesse per la realizzazione di aree verdi private, e da fattori come la Xylella, il temibile virus dell’olivo che ha messo in ginocchio l’economia di molte aziende pugliesi e non solo, colpendo anche 180 specie di piante ornamentali e da frutto.